Un mese a Tokyo 2020, Viviani e Rossi da Mattarella

Il CONI ha scelto il 21 maggio scorso i due portabandiera per i prossimi Giochi Olimpici, ormai vicini alla partenza: si tratta di Jessica Rossi ed Elia Viviani che il 23 luglio all’Olympic Stadium di Tokyo sventoleranno assieme il Tricolore. I due sono stati ospiti, nella giornata di mercoledì 23 giugno, di Mattarella per la consegna del Tricolore a 30 giorni dal via di Tokyo 2020.


di Matteo Pifferi – DataSport

Una scelta che scrive la storia. Il CONI, per la prima volta dall’introduzione formale della figura del portabandiera – i Giochi di Stoccolma 1912, quando il ruolo venne attribuito al ginnasta Alberto Braglia – ha deliberato il 21 maggio scorso una doppia designazione in vista di Tokyo 2020, seguendo raccomandazioni del Comitato Olimpico Internazionale. Per la prima volta, infatti, ci saranno due portabandiera: si tratta di Jessica Rossi ed Elia Viviani. Ciclismo e Tiro a Volo sono due discipline che hanno inorgoglito e gonfiato, nel corso delle precedenti edizioni, il palmares azzurro: insieme hanno conquistato quasi 100 medaglie olimpiche, il 15% del totale dell’Italia e circa un quarto delle medaglie d’oro complessive del palmares azzurro. I due alfieri vantano un albo d’oro da numeri uno, ma a loro è riconosciuto anche uno spessore umano non comune.

Jessica Rossi, campionessa olimpica di Tiro a Volo nel Trap, è nata a Cento (Ferrara) il 7 gennaio 1992 e tesserata per le Fiamme Oro. Ha vinto un Mondiale (Maribor 2009) e conquistato il titolo europeo (Osijek 2009) a soli 17 anni, ha trionfato ai Giochi di Londra 2012, centrando l’oro grazie a uno strepitoso record del mondo, 99/100, diventando la seconda atleta azzurra più giovane della storia a vincere un oro olimpico individuale, battuta per pochi mesi solo da Federica Pellegrini. È stata anche la prima atleta azzurra a diventare campionessa olimpica nella sua specialità, il Trap. Oltre all’oro di Londra ha vinto l’oro ai Mondiali del 2013 a Lima e ai Mondiali del 2017 a Maribor. Complessivamente vanta anche 5 ori ai Campionati Europei e un oro ai Giochi del Mediterraneo del 2013 a Mersin. 

Elia Viviani, oro nell’Omnium a Rio 2016, è un ciclista universale: eccelle sia su strada che su pista. È nato a Isola della Scala, in provincia di Verona, e ha iniziato a vincere nel 1998, collezionando numerosi successi a livello giovanile. Nel 2005 ha conquistato due ori al Festival della Gioventù Europea di Lignano Sabbiadoro, decretando il suo patto sacro con la maglia azzurra. Viviani è un pistard ma anche un campione di ciclismo su strada, avviando il suo percorso dalla Liquigas, la sua prima squadra professionistica. Nella sua carriera ha conquistato 12 medaglie complessive agli Europei su pista, in tutte le specialità (con 8 ori, un argento e 3 bronzi) e 3 podi Mondiali (due argenti e un bronzo). Attualmente corre per la Cofidis, su strada ha messo in bacheca un oro europeo (nel 2019) e un argento (2017), oltre alle innumerevoli vittorie in Coppa del Mondo e nelle classiche: ha messo la firma anche su alcune tappe del Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta. La sua gemma, per sempre incastonata nella storia dello sport azzurro, è il successo su pista nell’ultima edizione dei Giochi. Gli ultimi podi olimpici su pista risalivano a Sydney 2000, grazie ad Antonella Bellutti (oro nella corsa a punti), Marco Villa e Silvio Martinelli (bronzo nell’americana), con quest’ultimo che firmò anche l’ultimo trionfo al maschile ad Atlanta 1996.

Sia Jessica Rossi sia Elia Viviani sono stati ospiti, nella giornata di mercoledì 23 giugno, al Quirinale a Roma dal presidente della Repubblica che ha consegnato loro la bandiera. Mattarella ha poi compiuto lo stesso gesto con Bebe Vio e Federico Morlacchi, i due portabandiera per le Paralimpiadi. «Sono una Jessica più matura e consapevole, che sa vivere le proprie emozioni e non ha paura di mostrarle. Per me ed Elia sarà un onore rappresentare l’Italia che si sta rialzando dopo la pandemia: una sfida che stiamo vincendo tutti insieme, esattamente come vogliamo fare a Tokyo», il commento, molto sentito, della tiratrice a volo. «Quando mi hanno detto della scelta sui portabandiera ero in bici, stavo correndo una tappa del Giro d’Italia e di colpo non sentivo più la fatica. Sono orgoglioso come persona e come sportivo, io e Jessica porteremo questa bandiera come espressione di una eccellenza: abbiamo voglia di dimostrare i valori dell’Italia, con ancora maggior determinazione dopo la pandemia. Affronteremo il più grande evento sportivo al mondo con il massimo orgoglio», l’ammissione invece del ciclista. 

Mattarella, però, ha voluto dedicare un pensiero sincero ad Alex Zanardi che, nel corso della sua carriera, si è battuto anche per gli atleti paralimpici e ha unito due mondi che fanno parte di un’unica medaglia, quello che unisce sport e vita: «Voglio rivolgere anche io un pensiero ad Alex Zanardi. Ribadiamo la comunanza di intenti tra Olimpiadi e Paralimpiadi, siamo onorati di aver fatto da apripista a Roma1960 e vorrei esprimere i miei auguri e i miei complimenti ai nostri portabandiera per la responsabilità che avranno. Sarà bellissimo veder sfilare una coppia di atleti per le Olimpiadi e una per le Paralimpiadi. La consegna del tricolore è un momento di festa: chi guarda queste competizioni in tv a volte non si rende conto di quanto lavoro ci sia per far fuoriuscire il talento, per arrivare alla giusta preparazione. E anche di questo vi ringrazio».

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