Qualche riflessione sulla rivoluzione del calcio in TV

L’Assemblea di Lega di Serie A tenutasi venerdì 26 marzo ha finalmente deciso a chi assegnare i diritti di trasmissione TV sul territorio italiano del massimo campionato di calcio per il prossimo triennio. Con un’offerta di 840 milioni di euro a stagione, è stata DAZN ad aggiudicarsi il pacchetto di 7 gare in esclusiva e 3 non in esclusiva a giornata per il periodo 2021-2024. Una vera e propria rivoluzione a cui, ora, occorrerà capire se l’Italia è già pronta.


di Giorgio Ambrogi

Con questa decisione presa da 16 dei 20 club di Serie A, infatti, si chiude un periodo storico per il nostro calcio. Dopo 18 anni di monopolio (più o meno rigido) SKY deve abdicare e lasciare spazio alla piattaforma di streaming arrivata in Italia tre anni fa. Si chiude il periodo del decoder collegato alla televisione. Periodo il cui esordio si può far risalire addirittura al 1996 con l’avvento dell’allora Tele+. Dal prossimo campionato, dunque, per vedere la propria squadra del cuore occorrerà avere a disposizione un computer, un tablet, uno smartphone o una smartTV con una connessione internet. Una buona connessione internet.

Già… e forse qui cominciano i guai per i tifosi. Premesso che la pandemia e la DAD hanno evidenziato il fatto che nel nostro paese per alcuni può essere un problema anche solo avere un computer, ma per molti la cosa più difficile è avere una connessione decente, figurarsi riuscire ad averne una ottima. In questi giorni ci è stato spiegato che il problema non sussiste dal momento che DAZN ha al suo fianco un colosso del campo come TIM che contribuirà sia economicamente (con il 40% circa degli 840 milioni a stagione) sia dal punto di vista della tecnologia a rendere facile a tutti l’accesso al servizio.

Di sicuro l’intervento dovrà essere molto importante se, come può ha avuto modo di verificare chi scrive, ci sono zone in cui anche solo per fare una telefonata o avere uno scarso 3G occorre affacciarsi sul balcone e cercare l’angolo giusto per trovare la linea facendo un improvviso balzo agli anni ‘90. E non si parla solo di zone isolate e disabitate, ma anche di territori come la prolifica Brianza… Non è un caso, dunque, se questo è stato uno dei motivi per cui ci è voluto tanto in Lega per arrivare a una decisione giunta solo dopo aver ricevuto forti garanzie dall’accoppiata DAZN-TIM.

Certi che la situazione sarà ottimale per l’inizio del prossimo campionato, rimane una perplessità relativa a chi potrà realmente accedere a questo servizio. Non è un mistero che la popolazione italiana invecchi sempre di più e che la tecnologia sia materia più vicina ai giovani. Avendo a che fare quotidianamente con un genitore di 78 anni che, nonostante dia abbastanza abile da riuscire a leggere i suoi giornali sul tablet si blocca impotente quando deve vedere la partita del sabato sera o della domenica a pranzo senza il supporto del decoder SKY. Figuriamoci cosa succederà quando tutte le partite andranno viste in quel modo… Il rischio che si corre, parafrasando il titolo di un famoso film, è che ‘Il calcio diventi uno sport non per vecchi’.

Un ultimo dilemma (forse per alcuni il più grande) rimane, infine, su quanto costerà ai tifosi poter seguire la propria squadra del cuore. DAZN non ha ancora ufficializzato il prezzo dell’abbonamento mensile, ma ha già chiarito che non si potrà scegliere di comprare solo qualche partita. L’ipotesi è che il costo potrà essere di circa 30/35 euro al mese, più o meno come il pacchetto calcio di SKY. Che difficilmente diminuirà e a cui sarà difficile rinunciare se si vuole seguire la propria squadra anche nelle Coppe Europee. 

Ricapitolando, per poter dare seguito a questa svolta rivoluzionaria e continuare a vedere il calcio nel prossimo triennio serviranno mezzi tecnologici, servizi funzionanti e, come sempre, quanto di meno rivoluzionario ci può essere al mondo… il portafoglio pieno.

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