L’intervista impossibile con… Gianni Agnelli

Continua questo viaggio ripercorrendo luoghi, storie personaggi sacri, seriosi o anche meno credibili. Giungendo alla preferita destinazione, il ‘desiderio’ si lascia sopraffare dalla finzione. Alla squallida attualità non mi sono ancora rassegnato. 


di Andrea Buonaiuto

Di fronte a me c’è “l’Avvocato”. Stile ed eleganza inconfondibili.

Cosa fa Avvocato su questo molo?

“Aspetto l’Agneta, ma lei così giovane rifletterà perplesso su questo nome”

Certo che no, era la sua imbarcazione a vela…

“La feci realizzare in mogano, con quella carnagione avevo idea che riflettesse accuratamente le sfumature del mare”.

Mar Mediterraneo ovviamente?

“La mia passione per la terraferma puntava Costa Azzurra, il desiderio orientava invece la bussola su Capri”.

Lei è un uomo d’amore più che di libertà…

“Sono sempre stato un uomo di passione, vivo per l’esaltazione del desiderio”.

Anche ora che ha compiuto cent’anni?

“A differenza della Juventus, non arriverò mai a quella perfezione. Me ne vedrò al massimo ottanta”.

Gli anni ’80, che gran decennio…

“Facemmo delle gran belle automobili, talune di gusto, altre funzionali. Lasciai alla Ferrari il culto del desiderio”.

Più Ferrari o più donne?

“Certamente più donne, ma costano anche di più non si illuda. Ma a volte era complicatissimo farsi riservare le Ferrari dal Commendatore”.

La Ferrari 288 GTO?

“Non me ne parli, fu persino più agevole sotto le armi. Era il 1986, avevo chiesto due esemplari 288 a Enzo Ferrari in persona, ma non ne voleva sapere sostenendo che la produzione fosse terminata l’anno prima, fui costretto ad azioni persuasorie anche grottesche. La spuntai al termine di un pressing che neanche il Milan di Sacchi…”

Ma perché due?

“Una era per Niki Lauda, l’altra per un magnate del medio-oriente amico che aveva permesso al mio elicottero di atterrare sul suo yacht: mi disse per radio che avrebbe dato il consenso solo se gli procuravo una 288 GTO”.

A proposito di Sacchi, bel Milan quello lì, più della sua Juve?

“Badi bene, più bella opera della Juventus neanche il buon Michelangelo. Ma tornando a Berlusconi, già tempo prima lo avevo pregato di occuparsi del Milan. Mi ha creato qualche bel grattacapo, ma la competizione accresce il desiderio, quindi migliora se stessi”.

Provò a fregarle Baggio nel ’90, ricorda?

“Perse in quel contesto perché si fece prendere dall’ambizione lasciando perdere il desiderio. In quell’occasione credo che fu l’ottimo Galliani a svenarsi più del necessario per una trattativa per loro impossibile a quel punto: voleva dimostrare la sua bravura a Berlusconi. Che alla fine gettò la spugna. In quei primi mesi del ’90 era impegnato nella disputa Mondadori con De Benedetti, lì fu opportuna la mediazione da Roma di Ciarrapico e Andreotti. Berlusconi valutò bene di tenermi gaudente su Baggio se voleva spuntarla su Mondadori. Così andò”.

Provò a prendere Maradona prima di tutti…

“Prima ancora del Barcellona. Mi chiamò affannosamente Gianni Di Marzio, dicendomi che aveva appena visto giocare un fenomeno e che non dovevo perdere tempo. Al che mi sento con Boniperti e gli chiedo di questo ragazzo. Non lo vidi specialmente stupefatto, blaterò qualcosa sul fisico minuto e sulle frontiere ancora chiuse sul mercato, vada a capire. L’ho sempre rimproverato”.

Il suo giocatore preferito?

“Sivori è un vizio, difficile farne a meno. Ma comunque non mi tocchi Boniperti…”

Molte donne ma un solo amore?

“Guardi, si innamorano solo le cameriere. Ma l’amore per Marella è un qualcosa che sfiora la purezza: una pietra miliare nella mia vita, per l’intera famiglia”.

In quegli anni ’60 fu nota la sua vicinanza con il potere americano, con i Kennedy, Kissinger…

“Era fondamentale, soprattutto in quegli anni – anche grazie all’opera dello spregiudicato Enrico Mattei – promuovere le relazioni tra Europa e America. Era importante che l’Italia figurasse tra le prime di quell’Occidente produttivo, credevo molto nella comunità Atlantica. In ottica di modernizzazione”.

Grandi viaggi, grandi corse?

“Beh, le corse sono sempre state per me. Mi alzavo prestissimo la mattina….

Magari non dormiva proprio…

“Capitava che già alle 6 partivo per Roma e se non riuscivo a infilarci Capri, certamente facevo Venezia e poi Parigi in un solo giorno. Ma sa cosa dava soddisfazione?”

Dica

“Andare sul Cervino in elicottero e sciare un paio d’ore”.

Le corse in auto per le vie di Torino?

“Credevo facessero impazzire le donne. Spesso mi sbagliavo”.

Per una ‘corsa’ simile fece anche un brutto incidente in compagnia di un’amante e con compagna furiosa alle calcagna.

“Ci rimisi parte della funzionalità della mia gamba destra”.

Il gossip è sempre piaciuto anche a lei?

“A ognuno il suo…”.

Commenti

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  1. Francesco

    25 Marzo 2021 at 14:10

    Complimenti

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  2. Mario Buonaiuto

    27 Marzo 2021 at 11:50

    Complimenti un lavoro bellissimo

    Rispondi