Vaccino Sputnik, Sileri: “Ora non ci può aiutare, per ok serve tempo”

Nell’immediato il vaccino Sputnik “non può sostituire” AstraZeneca perché “serve l’autorizzazione dell’Ema, la quale arriverà non prima di cinque-otto settimane”. Lo sottolinea il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri in una intervista a ‘La Repubblica’. E non si potrebbero accorciare i tempi? “Sputnik dovrebbe fare domanda all’Aifa, per una autorizzazione interna, che riguarda l’Italia. L’Aifa – aggiunge – potrebbe dare il via libera per un progetto di ricerca che riguarderebbe qualche centinaia di migliaia di dosi, che andrebbero somministrate ad aettanti cittadini su base volontaria”. 

Cosa intende con progetto di ricerca? “C’è il precedente che riguarda le dosi per le cure con gli anticorpi monoclonali. E sui vaccini c’è il caso dell’ente regolatore inglese, che a novembre aveva autorizzato 500mila dosi di Pfizer – risponde Sileri – Si tratta di un iter d’emergenza che non vale per l’uso commerciale. Non risolverebbe il problema della sostituzione delle dosi AstraZeneca”. 

La Lega spinge per lo Sputnik. Il governo ha già opzionato degli acquisti? “Non mi risulta – chiosa il sottosegretario – E comunque serve prima il via libera dell’Ema”. È favorevole? “Se lo Sputnik otterrà il via libera certo che sono favorevole, come lo sono per qualsiasi vaccino regolarmente autorizzato, anche quello cinese”.  

Quindi lo Sputnik dovrebbe fare domanda all’Aifa, nel caso volessimo non attendere l’Ema? “Esattamente. Certo va valutato il fatto che saremmo fuori dall’accordo con l’Europa”, ricorda Sileri. Ma questa è un’emergenza. Che alternative abbiamo? “Credo che domani l’Ema revocherà la sospensione temporanea, perché il numero di casi sospetti accertati è davvero troppo esiguo per stabilire un nesso di causalità. L’aa strada – prosegue – è che l’Europa faccia pressione su Johnson&Johnson affinché riduca i tempi di consegna, fissati al momento in un mese. Siccome Johnson&Johnson è una monodose il vantaggio sarebbe doppio perché ci consentirebbe di mettere subito in sicurezza un gran numero di persone”. 

E se ciò non fosse possibile? “Proporrei di posticipare di tre-quattro settimane la seconda dose di Pfizer e Moderna. Le dosi del richiamo si potrebbero utilizzare per vaccinare le persone più fragili”, suggerisce. Perché l’Ema risponderà solo domani? Non è tardi? “Al contrario – aggiunge Sileri – sono tempi record. Consideri che in tutta Europa sono circa 20 milioni le persone già vaccinate con AstraZeneca, nessun farmaco ha avuto un utilizzo così ampio nei mesi scorsi”. 

Da medico come valuta i casi di trombosi? “Il lotto incriminato è di 210mila dosi. Se lei prende un quartiere di aettanti abitanti registrerebbe almeno sedici casi di trombosi. Mio fratello, che è nell’Arma, e mia cugina, odontoiatra, hanno fatto il vaccino AstraZeneca, con le dosi del lotto finito poi sotto accusa”. Insomma, non crede al nesso? “Aspettiamo l’indagine. Ma dubito fortemente”, conclude. 

Sorgente: Adnkronos

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