Paterna (Open City Roma): “Sì al Ponte di Messina ma usiamo l’Intelligenza Artificiale”

“Sono d’accordo a fare un collegamento Sicilia – Italia – Europa ma vanno riviste le condizioni tecnico-ambientali anche alla luce della nuova sensibilità ecologica e di nuove tecnologie come l’Intelligenza Artificiale oggi strategiche per darci risposte adeguate su opere e infrastrutture complesse”. Nel rinnovato dibattito sul Ponte di Messina, entra così, intervistato dall’Adnkronos,l’architetto Davide Paterna, presidente dell’associazione Open City Roma che, con Open House Roma, ha portato per prima in Italia l’evento internazionale Open House che si svolge ogni anno in 43 città del mondo. “Il ponte sullo Stretto di Messina apre ancora oggi dibattiti molto controversi e direi anche non sempre documentati” osserva Paterna. “Su questo dossier vedo aspetti tecnici, socio economici
e un grande investimento e tutto questo si deve coniugare con un nuovo orizzonte ambientale e l’apporto delle nuove tecnologie come l’Intelligenza Artificiale ed i Big Data” ribadisce Davide Paterna. Proprio tecnologie di punta come l’Ia “potrebbero dimostrarsi anche dirimenti in questo progetto per valutare la fragilità dell’opera di fronte a eventi catastrofici e imprevisti come un terremoto pari a quello di Messina del 1908” sottolinea l’architetto che, proprio l’autunno scorso a Roma, ha focalizzato con esperti internazionali il link fra grandi infrastrutture e impatto sull’ambiente nel corso di ‘Change Architecture Cities Life’, il festival dell’architettura da lui ideato.  

La progettazione di un’opera come il Ponte sullo Stretto di Messina, osserva ancora Paterna, “potrebbe essere una grande occasione per costruire un terreno di cooperazione fra ingegneri, architetti, esperti di ambiente e centri di ricerca e innovazione, come i grandi centri di calcolo dotati di Supercomputer, di cui l’Italia si sta arricchendo negli ultimi anni”. 

“A maggior ragione – continua- se si considera il fatto che né sull’ipotesi di un ponte a campata unica lunga 3,3 chilometri né sull’ipotesi di un tunnel sottomarino disposto ortogonalmente alle faglie – come è per i progetti relativi al ponte sullo Stretto – vi sono esempi di successo al mondo”. Per Paterna “è doveroso aspettare le conclusioni della Commissione tecnica del ministero ma anche non dimenticare che nella storia dell’uomo i progressi civili e culturali sono stati sempre paralleli a grandi sfide tecniche e tecnologiche e balzi in avanti della scienza”.  

“Ricordiamo anche – aggiunge ancora – che questo dibattito rinnovato sul Ponte di Messina ricade oggi su un governo che inserito nella sua compagine un ministero che ‘parla’ di “Transizione ecologica” ed un ao di “Innovazione e Transizione digitale”, quindi un passo avanti anche della politica”. Riguardo poi al dibattito di “un ponte di superficie o un tunnel sottomarino, certo come architetto la mia visione sarebbe preservare il paesaggio attuale. A parità di impatto economico, e di rischi assunti nella realizzazione e gestione dell’opera, sarebbe per me auspicabile che si facesse un tunnel sottomarino lasciando lo skyline il più possibile inalterato: poetico così com’è, con questo lembo di terra non collegato ma, infondo, finalmente connesso”.”Rilevo però che, dal punto di vista invece del messaggio più socio-politico – che ogni grande infrastruttura porta con sé – non c’è dubbio che un ponte di superficie diventa un collegamento simbolico molto più forte”. (di Andreana d’Aquino) 

Sorgente: Adnkronos

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