Nuovo slancio per le società innovative: in Italia boom di finanziamenti
Il venture capital in Italia continua a crescere a ritmi sostenuti nonostante le difficoltà macroeconomiche connesse alla pandemia da COVID-19, anche grazie al contributo di nuovi importanti protagonisti tra gli investitori e ad un evidente cambio culturale dei grandi gruppi societari italiani, che hanno allargato la loro attenzione e il loro sostegno alle realtà innovative italiane.
È quanto emerge dal EY Venture Capital Barometer 2020, l’analisi di EY sull’asset class realizzata in collaborazione con Vc Hub Italia, associazione del venture capital, degli investitori in innovazione e delle startup e pmi innovative.
L’innovazione potrà dare un enorme contributo per far si che l’Italia esca dalla crisi e possa tornare a crescere, e aettanto importante sarà il ruolo del venture capital, che consente a idee innovative di tradursi in imprese concrete consentendo la crescita e la contaminazione tra business tradizionali e innovazione.
La pandemia sta cambiando il paradigma di investimento nell’innovazione: il differente scenario può̀ offrire la possibilità̀ di innovare e le startup, per loro natura, sono i soggetti più adatti per creare il nuovo, senza retaggi mentali derivanti da un passato.
I numeri evidenziano una crescita significativa da parte dei capitali di rischio.
Nel 2020 startup e scaleup italiane hanno raccolto 569 milioni di euro, una crescita del 55% rispetto all’anno precedente, nonostante una riduzione del 37% del numero di deal (111 contro i 175 del 2019). Questi dati fanno emergere un ulteriore elemento positivo, ossia l’aumento del valore medio d’investimento (passato dai 2,1 milioni del 2019 ai 5,1 del 2020), segnando così un cambio di passo rispetto agli anni precedenti e consentendo all’Italia di colmare un po’ della distanza rispetto ad ae economie europee.
Rispetto al 2019 il numero delle operazioni con una raccolta di capitale maggiore di €10 m è raddoppiato: da 7 operazioni registrate nel 2019 (di cui 4 deal > di €20 m) a 14 operazioni nel 2020 (di cui 6 deal > di €20 m).
Rimangono in linea con il 2019 le operazioni effettuate da business angel, ovvero individui che forniscono finanziamenti a imprese in fase di avviamento.
Sebbene la distanza con i principali Paesi europei sia ancora elevata, il venture capital italiano sta lentamente riducendo quel gap che ci aveva contraddistinto negli anni passati.
L’Italia resta in coda rispetto ad ai Paesi: la Germania macina il quadruplo del valore con 4,3 miliardi investiti e 394 operazioni, lo stesso la Francia con 3,9 miliardi e 407 investimenti. La Gran Bretagna che svetta con 8 miliardi investiti e 773 operazioni. Ma il barometro di Ey segnala una svolta anche per l’apporto pubblico di capitali, attraverso Cdp Venture e il recente Fondo nazionale per l’innovazione, ma anche con la fondazione Enea Tech per il trasferimento tecnologico.
Il settore del Fintech è stato quello che nel 2020 ha più catalizzato l’attenzione degli investitori, con più di €173 m raccolti da 15 startup e scaleup italiane.
Gli ai settori innovativi che sono stati capaci di attrarre un importante ammontare di capitali sono stati: Health e Life Science, Food and Beverage, Software & Digital services e Transportation and Delivery.
Oe il 78% dei capitali di venture investiti nel nostro Paese nel 2020, è stato raccolto in questi top 5 verticali innovativi.
A livello regionale, la Lombardia continua a confermarsi come un polo di attrazione primario per gli investimenti del venture capital a livello nazionale.
Secondo posto per il Piemonte, con 10 operazioni e 46,6 milioni di euro di capitali raccolti (8,2% del totale), mentre in terza posizione troviamo il Lazio, che con 11 deal ha attratto investimenti per 29,3 milioni di euro (5,1% del totale). Seguono il Veneto (29,2 milioni di euro raccolti – pari al 5,1% del totale – in 4 operazioni) e la Toscana (6 deal per 24,6 milioni di euro, corrispondenti al 4,3% del totale).
A quota zero capitali raccolti ben sei regioni: Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Umbria e Valle d’Aosta. Dal barometro di EY emerge con chiarezza come, nonostante la creazione di fondi dediti agli investimenti in startup e scaleup innovative del Sud Italia, i risultati del venture capital nel meridione risultino ancora oggi ben lontani da quelli raggiunti dalle regioni del Nord Italia.
Il Fintech è stato senza dubbio il settore che lo scorso anno ha catalizzato maggiormente l’attenzione degli investitori, con 173,4 milioni di euro raccolti da 15 startup e scaleup italiane.
Seguono i settori Health e Life Science (101,8 milioni), Food and Beverage (66,1 milioni), Software & Digital services (58,9 milioni) e Transportation and Delivery (43,4 milioni).
I capitali raccolti dalle aziende innovative che operano in questi cinque settori sono pari a oe il 78% dei capitali investiti dal venture capital in Italia nel 2020.
Il Fintech italiano è stato il verticale con il maggior valore assoluto di investimenti ricevuti nell’anno.
Con €173.4 m raccolti, il 2020 supera il precedente picco del 2018 e chiude la parentesi “fiacca” del 2019, che ha visto solo €19 m raccolti.
Il trend italiano si rivela allineato al trend europeo, dove il Fintech si è confermato il mercato che ha visto il maggiore ingresso di capitali (con più di €9b raccolti secondo le prime proiezioni), anche se emerge un segnale di contrazione in termini assoluti rispetto ai circa €10b del 2019.
Anche in ambito software & digital services il trend italiano ha evidenziato un calo nel numero assoluto di operazioni (14, contro i 24 del 2019 ed i 22 del 2018), contro-bilanciato da un deciso aumento dell’investimento medio (da €1.4 m a >€4 m).
Il segmento “Enterprise Software” è uno dei maggiori segmenti per investimenti complessivi in Europa, con quasi $7 b di capitali raccolti secondo le prime proiezioni, inferiori soltanto al segmento del Fintech.
Il settore Healthcare & Life Science in Europa è in rapida crescita, testimonianza ne è il 2020 che ha registrato investimenti pari a $21,3 miliardi, quasi la metà dell’ammontare totale di funding pari a $49 miliardi. La totalità di start-up finanziate nel 2020 in questo settore in Europa è ca. pari a 2000.
Data la situazione pandemica attuale che ha caratterizzato tutto il 2020, un approfondimento particolare non poteva non averlo il settore Healthcare e LifeScience, che in Italia si attesta al primo posto per numero di investimenti, con 16 operazioni posizionandosi al secondo posto per ammontare investito con €101,8 m, ca. il 20% del totale.
Il 2020 è stato un anno di grande fermento per il settore EdTech. È un dato di fatto che il Covid-19 abbia cambiato il modo di insegnare e di imparare. Nonostante l’EdTech abbia avuto un ruolo da protagonista a supporto delle difficoltà intrinseche dovute alla pandemia, in Italia non ha registrato grande hype (ca. €13 m investiti nel 2020) probabilmente a causa della preponderante presenza di realtà operanti in stage ancora poco maturi. Complessivamente a livello globale il 2020 è stato un anno record in termini di investimenti, toccando quota $16.1 b con oe 1.500 deal da parte di fondi di venture capital. In Europa gli investimenti in Education Technology hanno toccato quota $800 m, +80% rispetto al 2019, rivelandosi uno dei mercati più impattati e in crescita del 2020.
Qui lo studio EY Venture Capital Barometer 2020
Sorgente: Adnkronos
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