Nasce ‘Palermo Mediterranea’: “Uniti per lo sviluppo della città”

Imprenditori, giovani startupper, industriali, costruttori, chef famosi, tutti legati da un filo comune: l’amore incondizionato per Palermo. Per farne un ‘brand’, “una città green”, al passo coi tempi. Nasce così ‘Palermo Mediterranea’, una business community che vuole dare “risposte ad alcune grandi sfide” legate, ad esempio, all’ambiente o al Mediterraneo. Ci sono imprenditori noti e meno noti, dai Mirri agli Alessi, da Iolanda Riolo, Morettino e Ugo Giusino Parodi, al costruttore Marco Giammona. Ma una cosa vogliono subito metterla in chiaro: “Non abbiamo nessuna intenzione di fare politica”. Nel 2022 si voterà e Palermo Mediterranea, attraverso il direttore, Dario Nepoti, e il Presidente, Marco Giammona, annuncia: “Nessuno di noi si candiderà, e se qualcuno dovesse farlo verrà immediatamente sospeso”. 

La Business community nasce nel 2018, da una idea di imprenditori, giovani e meno giovani. “Noi, ad esempio, siamo una città di mare – spiega Dario Nepoti – e, invece, tendiamo a non vederlo, purtroppo. Vogliamo una città che dal mare tragga le energie per farsi hub, che faccia sintesi dell’essere Mediterraneo”. “Abbiamo sviluppato degli studi, delle ricerche e ci siamo resi conto che molti dei modelli che erano riusciti a innescare dei cambiamenti di città erano basati sull’apporto delle business community”, spiegano. 

Gli imprenditori prendono esempio da città come Milano e hanno preso come modello anche grandi città europee come Helsinki, Amsterdam o Barcellona. “Ci siamo resi conto che alla genesi di molti dei cambiamenti di queste città quando iniziano sviluppare visione c’è una business community”. Ma qual è l’obiettivo di Palermo Mediterranea? “Sviluppare progettualità per la città, questo è quello che andremo a fare. Oggi pubblichiamo il nostro sito: www.palermomediterranea.it – dice Dario Nepoti – per aprirci alla città. Abbiamo dei progetti di cui ancora non vogliamo parlare. Ne abbiamo sviluppati due o tre, ad esempio abbiamo coorganizzato la Business Digital week”. Ma ricorda anche che dopo l’inizio della pandemia “abbiamo raccolto in pochi giorni 55 mila euro destinati all’acquisto di macchinare per tre ospedali di Palermo”. 

Tra le cose di cui Palermo Mediterranea sta discutendo c’è la “necessità di creare un green city manager”. “Molte delle grandi città stanno cominciando a dotarsi di figure manageriali, ed è una delle proposte che stiamo cominciando a fare”, spiegano. “La nostra idea è un cambio radicale del linguaggio – avverte Marco Giammona – Per vincere sfide dobbiamo cambiare i nostri modelli di governance, vogliamo portare nella nostra città ciò che accade fuori e farne una sintesi”. Quale sarà la prima cosa che farà Palermo Mediterranea? “Bisogna insistere sulla comunicazione, su come comunicare Palermo. Nessuno di noi si può permettere di trovarsi nel 2022 impreparato”. E poi ribadiscono all’unisono: “Nessuno di noi si vuole candidare, il nostro non è un soggetto politico ma sarà una traiettoria che durerà nel tempo. Prestarsi ai cicli politici non rientra nei nostri obiettivi”. E Giammona avverte: “Non solo nessuno di noi si candida ma l’eventuale candidatura ne determina la sospensione”. Le anime dentro Palermo Mediterranea sono completamente diverse l’una dalle ae. “La pluralità dei pensieri è una delle regole”, dicono. 

“Un’associazione che non rappresenta un interesse specifico ma noi vogliamo semplicemente stimolare la produzione e lo sviluppo della sana impresa. E la politica non ci appartiene, saremo a supporto, questo sì”. “Le nostre iniziative dialogano sempre con il soggetto pubblico – dice Marco Giammona – ma dall’esterno”. L’associazione si autofinanzia. “I membri del board sono i primi sostenitori economici dell’associazione”, spiegano. 

Ma cosa pensa la business community su alcuni progetti approvati per la città? Uno tra tutti il tram. “Palermo Mediterranea non commenta progetti già approvati ma quelli futuri”, dicono. “Abbiamo codificato tre dimensioni – dice Dario – lo sviluppo imprenditoriale, la coesione sociale e la transizione ecologica”. “Per quanto riguarda lo sviluppo imprenditoriale pensiamo che sia fondamentale snellire l’iter burocratico, strutturare in modo diverso il modo di comunicare e noi vogliamo essere innescatori di questi processi”, dice. Sulla coesione sociale “già abbiamo fatto fatica a ricucire il dramma economico del 2008, ma la pandemia ha riaperto la voragine e i dati Svimez sono davvero allarmanti, non solo per i posti di lavoro persi ma per i dati legati alle proiezioni di crescita. Dati semplicemente terribili. E noi vogliamo mettere al servizio le competenze manageriali per innescare nuove idee di sviluppo”. Infine sulla transizione ecologica: “Non esiste sviluppo imprenditoriale se non si parla di transizione ecologica. La questione energetica su Palermo è drammatica, con il mare, il sole e il vento Palermo potrebbe fare piani trentennali per raggiungere standard europei. La questione energetica è fondamentale”. Come non parlare anche del ciclo dei rifiuti. “Non è solo una questione relativa a Palermo, sono dimensioni problematiche che toccano tutte le territorialità – dicono – Lo sforzo che andremo a vincere solo se saremo capaci di costruire le alleanze necessarie”. 

Insomma Palermo Mediterranea vuole essere “pungolo e proposte”, a partire dal green city manager. “Cambiano i paradigmi bisogna adeguarsi alla questione ambientale”, spiega Dario. Ma perché promuovere queste idee? “Per restituire a Palermo quello che Palermo ci ha dato”, dicono all’unisono.  

Sorgente: Adnkronos

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