Immobili: Hera Holding, accanto a banche per portare imprese fuori da crisi

Uno sviluppatore immobiliare che inizia ad avere difficoltà nel portare a termine un’iniziativa, nel pagare i fornitori e le rate dei prestiti con la banca. Ma anziché percorrere i diversi gradini delle classificazioni delle operazioni ‘deteriorate’ (Past due, Utp e, infine, Npl, con tutto ciò che ne consegue, viene affiancato da una società specializzata che lo aiuta ad uscire dalla situazione di crisi, a completare il lavoro e onorare quanto dovuto. Il tutto, valorizzando e riqualificando l’immobile. E’ questo il ruolo riconosciuto da istituti di credito e fondi a Hera Holding, società che li affianca nella gestione dei crediti deteriorati, fenomeno che, oetutto, nel 2021 tornerà a crescere a causa della crisi. 

“Laddove dietro al credito ci sia un progetto di sviluppo immobiliare, c’è margine per intervenire e recuperare valore in favore dell’asset. Su iniziativa dei loro creditori, le società di sviluppo immobiliare trovano un partner competente e affidabile con il quale condividere un obiettivo: completare un’iniziativa, valorizzandola, con il fine di creare un valore aggiunto anche per il territorio”, spiega all’Adnkronos il suo presidente, Oscar Pittini. 

Valore aggiunto perché, continua, “lasciare un’operazione al 40%, al 50% o anche al 70% può significare abbandonare in città un immobile, che decade e che diventa oggetto di vandalismo. E poi, ancora più importante in quanto è la nostra mission, aiutiamo anche il tessuto imprenditoriale che insiste su quel territorio: architetti, idraulici o elettricisti, ad esempio, hanno un vantaggio a lavorare in quell’iniziativa, perché il loro guadagno lo realizzano e lo spendono sempre nel territorio. Aiutiamo l’indotto, così che possa creare anche maggiore serenità all’interno della comunità”, spiega Pittini.  

Ao aspetto importante, sottolinea il presidente di Hera Holding, è quello della riqualificazione energetica. “Le iniziative che ci vedono coinvolti sono principalmente relative a sviluppi immobiliari che si sono fermati o che procedono lentamente da troppo tempo e che, quindi, scontano un gap tecnologico dovuto alla naturale evoluzione della tecnologia e del conseguente risparmio energetico. Uno step up è necessario e così facendo – continua Pittini – portiamo l’immobile ad avere una classe energetica che lo rende più rivendibile in futuro, avendo più mercato”. 

Da qui, continua Pittini, la nascita di Hera Zest Npe Fund, un fondo che ha l’obiettivo di ampliare le operazioni effettuate coinvolgendo più attori, con una raccolta che sta andando avanti e che punta a raggiungere 250 milioni di euro. La roadmap prevede la sua chiusura a settembre, ma i primi investimenti sono già in programma nel secondo trimestre per febbraio. “Avendo fatto diverse operazioni che hanno creato valore aggiunto per il territorio – spiega infatti il presidente – abbiamo pensato che fosse l’ora di farci promotori per la creazione di aprire un fondo che avesse la stessa mission, ma su larga scala”. Come ci tiene a ribadire Pittini, “il fondo non avrà la mission di intervenire su un’operazione di acquisto del credito e poi portare alla sua riscossione anche a un prezzo interessante, ma sarà quella di immettere nuova liquidità nell’operazione, a completarla in un arco temporale di circa 4 o 5 anni, con un buon risultato e con la condivisione sul territorio, elemento fondamentale per noi, coinvolgendo parti sociali, istituzioni, associazioni e, parte più importante, le piccole e medie imprese”. 

Il fondo, continua Pittini, “avrà quindi questa mission: non acquistare un credito e andare all’incasso, ma comprarlo, valorizzarlo, condividerlo con lo sviluppatore fino alla vendita dell’immobile. Certamente l’operazione dovrà avere un margine economico, ma dovrà averlo con un’etica e una tempistica diversa da quello che c’è oggi sul mercato”. Hera Holding ha chiuso le precedenti operazioni, spiega ancora il presidente, “recuperando mediamente l’85% della vecchia finanza e il 100% della nuova finanza necessaria per la valorizzazione dell’iniziativa “.  

Spiega il presidente di Hera Holding come “il fondo abbia infatti un’ottica di guadagno, con una prospettiva tra il 7% e il 9% di ritorno sul capitale. Ma non è vero che quando c’è un buon ritorno ci deve essere dall’aa parte per forza qualcuno che ha sofferto perché è stata fatta una speculazione molto aggressiva. Si può fare una speculazione non molto aggressiva, magari più lunga nel tempo, ma dove però ci sarà la soddisfazione da parte di tutti per i risultati”. Proprio perché il fondo ha questa mission e questa etica di fondo, conclude Pittini, “ci stiamo rivolgendo ai fondi istituzionali del nostro Paese: possono attendere molto di più e guardano all’effettivo rilancio dell’iniziativa”. 

Sorgente: Adnkronos

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