AstraZeneca, Oms: “No nesso causale fra vaccino e trombosi”

Al momento, “non è stato stabilito un nesso causale” tra il vaccino AstraZeneca contro Covid-19 e i casi di tromboembolia e trombocitopenia. Questa la conclusione del Comitato di esperti Oms sulla sicurezza vaccinale (Gacvs), al termine della 3 giorni di analisi dei dati e delle informazioni disponibili sui casi. Il vaccino “continua ad avere un profilo rischio-beneficio positivo, con un enorme potenziale nel prevenire le infezioni e ridurre i decessi in tutto il mondo”, sottolineano.  

“I dati disponibili non suggeriscono alcun aumento generale delle condizioni di coagulazione come la trombosi venosa profonda o l’embolia polmonare in seguito alla somministrazione di vaccini Covid-19. I tassi riportati di eventi tromboembolici dopo i vaccini sono in linea con il numero previsto di diagnosi, entrambe le condizioni si verificano naturalmente e non sono rare. E si verificano anche come risultato di Covid-19”, spiegano gli esperti. Quanto alle segnalazioni di forme di trombosi rare, “non è certo che questi eventi, come la trombosi del seno venoso cerebrale, siano stati causati dalla vaccinazione”. Si “raccomanda ai Paesi”, in ogni caso, “di continuare a monitorare la sicurezza di tutti i vaccini contro Covid-19 e promuovere la segnalazione di sospetti eventi avversi”. 

“Facciamo appello ai Paesi perché continuino ad usare questo importante vaccino contro il Covid19: il vaccino AstraZeneca è particolarmente importante perché conta per oe il 90% dei vaccini che sono distribuiti attraverso l’alleanza Covax”, ha detto il direttore generale dell’Oms Tedros Ghebreyesus, ricordando che il coronavirus “è una malattia mortale e il vaccino AstraZeneca può prevenirlo e che anche “il Covid19 può causare coaguli di sangue e piastrine basse”. “Capiamo che le persone possano aver avuto dubbi sulla sicurezza del vaccino Oxford / AstraZeneca”, ha aggiunto Tedros, sottolineando però che “la vera domanda da porsi con qualunque farmaco o vaccino è se il rischio di assumerlo sia maggiore o minore del rischio posto dalla malattia che intende prevenire o curare”.
 

Sorgente: Adnkronos

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