L’Intelligenza Artificiale e lo sport al PC Milano

L’Intelligenza Artificiale è ormai arrivata nelle nostre vite e nelle nostre attività in maniera diretta. Negli ultimi anni la sua presenza si è limitata ad aiutarci, grazie all’utilizzo fatto nello sviluppo della tecnologia che ci accompagna nel quotidiano. Ora, però, sembra essere arrivata a portata di mano di ognuno di noi.

Di questo e, in particolare, dell’uso che se ne fa nel mondo dello sport si è parlato nel corso di un incontro organizzato lo scorso 31 ottobre dal Panathlon Club di Milano. Nella serata organizzata in collaborazione con l’Associazione Mi’mpegno e con l’Osservatorio Metropolitano di Milano e coordinata dal presidente del PC Milano, Filippo Grassia, hanno affrontato l’argomento l’On. Antonio Palmieri, la Dott.ssa Gabriella Pasi e il Dott. Andrea D’Amico.

Palmieri, esperto di comunicazioni innovative e fondatore della Fondazione Pensiero Solido, in uno speech intitolato ‘I.A. Istruzione all’uso’ ha sottolineato la necessità di capire e affrontare con consapevolezza questo “rapido e sconvolgente cambiamento che impatta sulla nostra vita e sulla nostra società”. Facendo riferimento ad alcuni esempi concreti ha spiegato quanto sia fondamentale “capire che il cambiamento è ineludibile e perciò esso va affrontato senza paura, va accolto e compreso”.

La comprensione del fenomeno e la capacità di governarlo è stato anche il filo conduttore dell’intervento della Dottoressa Pasi, Pro-Rettrice per l’Internazionalizzazione e Direttrice del Dipartimento di Sistemistica e Comunicazione dell’Università Bicocca. Nello speech intitolato ‘I.A. e la sfida della disinformazione’ l’accademica definisce questa sfida vitale per la sopravvivenza di un’informazione corretta. “Per prima cosa dobbiamo essere in grado di capire cosa abbiamo di fronte. Non possiamo confondere i programmi di I.A. con i semplici motori di ricerca che ci offre il Web. Per questo occorre che la verifica delle notizie sia ancora più approfondita”.

A chiusura, è stato Andrea D’Amico, procuratore FIFA legato al mondo del calcio ha affrontato l’argomento ‘L’I.A. per scegliere i giocatori’. Nel suo discorso, andando un po’ contro corrente, ha evidenziato che “per quanto possano essere importanti i dati statistici e le informazioni che la tecnologia ci offre, per la scelta di un giocatore continua a rimanere fondamentale l’aspetto umano. Continuo a preferire la visione di persona degli atleti, non mi fido nemmeno dei video, perché possono trarre in inganno. Tra i miei punti di riferimento per fare una scelta ci sono anche gli occhi”.

Tutti e tre hanno sottolineato che l’I.A. cresce dalle informazioni che l’uomo mette nel contenitore e che, per questo motivo, al momento, non si auto crea.

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