Novak Djokovic a un passo dalla storia

Novak Djokovic potrebbe scrivere la storia del tennis: in caso di vittoria agli US Open, in corso di svolgimento a Flushing Meadows, il tennista serbo scriverebbe, difatti, un’impresa leggendaria, che permetterà di riservargli un posto d’onore nell’élite di questo sport. 


di Matteo Pifferi – DataSport

Nessun altro tennista dell’era moderna, infatti, è riuscito a vincere tutti e quattro i tornei dello Slam, nemmeno Federer, Nadal, Borg, Becker e tanti altri campioni. Solo Rod Laver, due volte, nel 1962 e 1969 e Don Budge nel lontano 1938. Una vita fa. Nole, tra l’altro, grazie al successo a Wimbledon in finale contro Matteo Berrettini ha agguantato proprio Federer e Nadal a quota 20 Slam vinti e, in caso di trionfo a New York, si isserà in testa anche a questa classifica, oltre a quella ATP che lo vede leader incontrastato da oltre un anno.

Eppure, la stagione di Novak Djokovic non è partita nella maniera più felice in quanto all’ATP Cup non è riuscito a riconfermarsi dopo il titolo con la sua Serbia del 2020 e durante il match del terzo turno agli Australian Open è stato protagonista di una scivolata che gli ha causato non pochi problemi nel resto del torneo. Nole, però, è stato in grado di recuperare e, complice un tabellone non complicato, ha raggiunto la finale dove ha concesso appena 7 game (7-5, 6-2, 6-2) al russo Medvedev, ottenendo la nona vittoria a Melbourne in carriera e lo Slam numero 18, portandosi a -2 da Roger Federer e Rafael Nadal. Risultati già di per sé clamorosi che hanno permesso al serbo di conquistare, l’8 marzo, il record di settimane totali in prima posizione, scalzando Federer dal trono. 

Sulla terra, però, Djokovic ha sempre fatto fatica e la sconfitta agli Ottavi a Monte-Carlo contro Evans non fa altro che ribadirlo. A Roma riesce ad arrivare in finale, ma Nadal lo regola 6-3 al terzo dopo una lotta comunque serrata. Quello è l’antipasto di ciò che accadrà al Roland Garros: Djokovic arriva in semifinale con poche certezze – agli ottavi si è ritrovato sotto di due set contro l’azzurro Musetti – al cospetto di un Nadal che sembra inscalfibile. I due tennisti danno vita a un match spettacolare e, alla fine, è proprio Djokovic a trionfare con lo spagnolo che, quasi come un pugile suonato e sfinito, si arrende alla distanza in quattro set. Nole, dopo un’impresa di tale portata, ha la chance di vincere il secondo Roland Garros anche se la finale parte in salita: Tsitsipas, più fresco e riposato del serbo, vince i primi due set 7-6 e 6-2, ma crolla sul più bello: Djokovic vince i tre successivi 6-3, 6-2, 6-4 e diventa il primo tennista dai tempi di Emerson e Laver ad aver vinto almeno due volte ciascuno dei quattro Slam.

Archiviata la stagione sulla terra, è tempo di erba e Wimbledon è diventato negli ultimi anni il giardino di Nole: il serbo arriva in finale perdendo solo un set (all’esordio contro la wild card locale Jack Draper) e all’ultimo atto affronta l’azzurro Matteo Berrettini. Il tennista romano mette in difficoltà il rivale, tanto da vincere anche il primo set 7-6, ma la tenacia e la concentrazione maniacale e robotica di Djokovic fanno la differenza nei tre set successivi. Per Nole il sesto Wimbledon diventa realtà, un successo che vale l’aggancio ai mostri sacri chiamati Federer e Nadal a quota 20 Slam vinti. Nonostante la carta di identità induca a pagare il conto – a maggio ha compiuto 34 anni -, il serbo vola a Tokyo dimostrando spirito Olimpico che altri tennisti illustri, per altri motivi, hanno celato, con l’obiettivo dichiarato di vincere l’oro e aggiungere una medaglia a quella di bronzo vinta a Pechino 2008. A interrompere i sogni di gloria, però, ci pensa il tedesco Zverev che rimonta Djokovic e gli impone una sconfitta che condiziona anche l’esito della finalina per il bronzo contro lo spagnolo Carreno Busta, con Djokovic che deve masticare amaro con la più classica delle medaglie di legno che lasciano, solitamente, strascichi pesanti anche a distanza di anni. 

La forza di Novak, però, è anche e soprattutto nella testa, a maggior ragione dopo una sconfitta che lascia il segno: il serbo si presenta agli US Open convinto e in forma, ma anche carico di pressione. Con una vittoria, infatti, in un sol colpo diventerebbe il tennista più vincente nel computo degli Slam e l’unico nell’era Open a vincere tutti e quattro gli Slam in un anno solare. Un’impresa titanica che denoterebbe uno strapotere sì fisico, ma anche e soprattutto a livello tecnico-tattico, dal momento che nessun avversario è riuscito a batterlo considerando tutte le superfici. 

Una sconfitta a New York non macchierebbe o cancellerebbe il magico 2021 di Nole, ma una vittoria a Flushing Meadows porterebbe a riscrivere la storia: il Grande Slam è stato completato soltanto da due tennisti – come già anticipato, Don Budge nel 1938 e Rod Laver nel 1962 e 1969 hanno firmato un’impresa simile -, ma parliamo di un’altra epoca. Sportiva, ma non solo. E ancor più clamoroso sarebbe se a compierlo fosse proprio Novak Djokovic che ha chiuso il 2017 fuori dalla top 10 per una serie di infortuni che sembravano anche poter condizionare il resto della carriera. Così non è stato e ora Nole, il cannibale, non ha intenzione di fermarsi a pochi metri dal traguardo tanto agognato.

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