Matteo Marani: non poteva esserci scelta migliore!

Per il Panathlon Club Milano è un onore avere fra i soci un giornalista-scrittore di così profonda cultura.


di Filippo Grassia

La nomina di Matteo Marani – nostro socio, giornalista coraggioso e scrittore colto – alla Presidenza del Museo del Calcio mi ha commosso per l’amicizia profonda che ci lega da quasi 30 anni. “Orgoglioso di te”, gli ho detto. E al presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, ho scritto: “Non potevi fare scelta migliore”. Per spiegare il perché di questo rapporto, che va al di là del comune ambito giornalistico, mia moglie ha detto alle nipotine: “Matteo è il terzo figlio di Filippo o il fratello minore”. Nei primi Anni 90 lo assunsi al Guerin Sportivo dalla Scuola di Giornalismo di Bologna. Mi incuriosì un suo articolo. Era di varie spanne superiore a quello dei colleghi in fieri per accuratezza d’indagine e profondità di riflessione. Il periodo di prova durò un paio di mesi, forse meno.

Da quel momento Matteo ha composto un mosaico di straordinaria professionalità. Da direttore del Guerino a direttore di Sky Sport 24, di cui è opinionista principe, fino a ricoprire quel ruolo che è stato di Fino Fini, l’inventore del Museo del Calcio nell’alveo azzurro di Coverciano. Fini, scomparso nello scorso settembre, era un medico con il gusto della memoria: per trovare un cimelio percorreva centinaia di chilometri, interrogava decine di persone, sempre a caccia di un qualcosa che doveva ricordare alle future generazioni il bello calcio nella sua variegatura. Ogni qualvolta capitavo da quelle parti, era fiero di mostrarmi l’ultima novità. Ora tocca a Marani prenderne il testimone e gestire il Museo coniugando le regole del passato con i prodromi del futuro, ovvero in linea con i tempi, il digitale, i social, la comunicazione che cambia in modo perfino ossessivo. È come se fosse, anzi lo è, il direttore di una Pinacoteca. Un ruolo complesso. Ma già, da vicepresidente, aveva dimostrato di essere all’altezza del compito affidatogli dalla Federcalcio.

È un giornalista sportivo atipico, Matteo, perché cerca sempre di inquadrare l’evento in un contesto sociale e politico, anche religioso. C’è tanta antropologia nel suo modo di lavorare. Lo testimoniano suoi articoli, i suoi commenti, i suoi libri e soprattutto i docufilm trasmessi da Sky. C’è poi in lui un’altra dote che lo contraddistingue: l’indipendenza di giudizio e la nettezza delle considerazioni. Qualche giorno fa un mio collega di Radio Rai gli ha telefonato dicendogli: “Ti ammiro per il coraggio dei tuoi interventi, ma se vai avanti così, saranno in tanti a volere la tua testa”. Per fortuna il mondo non è solo dei ruffiani e degli arroganti, di quei tipetti che, pensando di avere un potere fra le mani, si travestono da piccoli dittatori. 

C’è una frase di Luciano Bianciardi, scrittore a me caro, nonché firma del Guerin Sportivo degli Anni 60, che ben si addicono a Marani e al suo nuovo incarico: “Le idee sono tali in quanto tu puoi comunicarle agli altri…, se le tieni per te non servono a nulla, nazi, non sono nemmeno idee”. Adelante, Matteo!

IL PANATHLON CLUB MILANO AL MUSEO DEL CALCIO

In un prossimo futuro il nostro Panathlon farà visita al Museo del Calcio, sito al Centro Tecnico di Coverciano. E Matteo Marani ci farà da Cicerone, lui che è stato insignito un anno fa con il Premio Chiesa dal Panathlon. A breve data e programma.  

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