Ital-moto, l’era post-Rossi è già partita

Domenica 24 ottobre, Valentino Rossi ha disputato l’ultimo GP in Italia dopo una carriera – forse meglio dire una vita – dedicata al mondo delle due ruote. Nel Belpaese, ci si interroga su chi possa colmare il vuoto che lascerà il Dottore al termine della stagione, ma ci sono segnali incoraggianti per un movimento, quello italiano, sempre all’avanguardia. 


di Matteo Pifferi – DataSport

Nove titoli e 115 Gran Premi vinti evidenziano la portata della carriera di Valentino, difficilmente uguagliabile per chiunque. Compreso Marc Marquez che proprio a Misano, domenica, ha vinto la sua terza gara in stagione – la seconda consecutiva – e che si trova a -30 dalla leggenda di Tavullia, al quale sogna di sottrarre il record dei titoli conquistati, avendone uno in meno.

A livello emozionale, di carisma e di marketing, l’addio di Valentino Rossi apre a una nuova era della MotoGP, che potrebbe avere in Fabio Quartararo, vincitore domenica del primo Mondiale della classe regina, il nuovo che avanza contro Marquez che, qualora riuscisse a risolvere i problemi fisici che gli hanno precluso la possibilità di lottare per il titolo negli ultimi due anni, sarebbe ancora l’uomo da battere. Una sorta di versione a due ruote del duello tra Max Verstappen e Lewis Hamilton che sta tenendo gli appassionati di Formula 1 incollati alla TV in un testa a testa che rievoca i fasti del passato e i duelli che hanno reso memorabile questo sport. Alla MotoGP, ora, mancano delle certezze e ciò rende il Mondiale del 2022 uno dei più impronosticabili, vista la quantità di talento al via. I fari, ovviamente, saranno puntati su Pecco Bagnaia, vice-campione attuale del 2021, e Franco Morbidelli, vice-campione del 2020 alle spalle di Mir che ha vinto contro ogni tipo di pronostico. Sul ‘Morbido’, però, come per Marquez c’è un punto interrogativo dal punto di vista fisico, dal momento che è tornato da poco in pista dopo l’operazione di fine giugno al ginocchio sinistro (menisco e crociato) in quel di Bologna.

Bagnaia e Morbidelli saranno i due soli piloti italiani in team ufficiali, ma dietro c’è un plotone di altri potenziali protagonisti: da monitorare la crescita di Enea Bastianini, campione Moto2 del 2020 e che è in lotta con Martin per il titolo di Rookie: il riminese vanta due podi a Misano e due ottimi sesti posti ad Aragon e Austin, partendo quasi sempre dal fondo complice una moto non così performante. Occhio anche a Luca Marini, fratellastro di Valentino, che avrà un anno di esperienza in più e sarà affiancato da Marco Bezzecchi, a cui è mancato solo il titolo nelle classi minori. Da monitorare anche Fabio Di Giannantonio che sarà compagno di box di Bastianini nel Team Gresini, ma non si possono non menzionare Celestino Vietti, Tony Arbolino e Dennis Foggia, quest’ultimo classe 2001 che sta lottando per il titolo in Moto3 contro il baby fenomeno Acosta, definito dai più il nuovo Marquez e vicino a conquistare la Corona al primo anno. Sarà quasi impossibile avere un nuovo Valentino Rossi, ma il plotone azzurro vuole essere ancora protagonista. E il ritorno di Andrea Dovizioso in Yamaha è un’altra bella notizia per un pilota esperto (35 anni), ma pur sempre veloce e affidabile.

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