Il bilancio delle italiane in Europa dopo la fase a gironi

Si è conclusa la fase a gironi di Champions, Europa e Conference League ed è giunto il momento di fare un bilancio, squadra per squadra, dell’andamento in campo internazionale delle italiane.


di Matteo Pifferi – Datasport


Inter


I nerazzurri erano inseriti in un girone tutto sommato abbordabile con Shakhtar Donetsk, Sheriff Tiraspol e Real Madrid. L’obiettivo era il secondo posto e così è stato per Simone Inzaghi, capace di collezionare il secondo ottavo di finale consecutivo dopo quello centrato con la Lazio un anno fa. Il tecnico piacentino, chiamato a non far rimpiangere Conte dopo lo scudetto conquistato prima della rottura con proprietà e dirigenza, ha fatto finora addirittura meglio del suo predecessore, impostando un’idea di gioco che, sul campo, sta dando i suoi frutti. In campionato, l’Inter sta volando, vince e convince e il successo di Roma contro l’ex Mourinho è la cartina tornasole di un’Inter sempre più sicura nei propri mezzi e consapevole della propria forza. Il KO di Madrid contro un Real oggettivamente superiore non toglie nulla all’ottimo cammino dei nerazzurri, che sperano in un sorteggio soft – sulla carta l’unica davvero abbordabile è il Lille – per sognare di fare più strada e di non uscire subito agli ottavi.



Juventus


La truppa di Max Allegri, a sorpresa, ha chiuso al primo posto il suo girone. Merito della vittoria di misura sul Malmoe – gol di Kean – ma anche del clamoroso passo falso del Chelsea contro lo Zenit. Il gol di Ozdoev al 94′, infatti, ha permesso allo Zenit di imporre il 3-3 ai campioni d’Europa in carica, un pareggio che ha fatto scivolare i Blues al secondo posto a -2 dalla Juventus capolista. Un risultato grandioso per i bianconeri ma è opportuno non dimenticare il 4-0 subito proprio a Londra contro il Chelsea. Una battuta d’arresto che ha ingigantito i problemi di una squadra troppo umorale per competere ad alti livelli in Italia e in Europa. Il vantaggio, per Allegri, è che gli ottavi sono distanti quasi due mesi e che il sorteggio potrebbe riservare un ottavo non proibitivo, a meno di un accoppiamento con il PSG.



Atalanta


Per la prima volta in Europa forse è giusto definire deludente la campagna europea dell’Atalanta. Gian Piero Gasperini ha fatto un miracolo, rendendo consuetudinario quello che in realtà non è, proiettando una piccola realtà come Bergamo tra le prime 32 d’Europa quasi con nonchalance. Inserita in un girone comunque complicato con Villarreal e Manchester United, i nerazzurri hanno chiuso il girone al terzo posto con 6 punti. Eppure il passaggio del turno è stato in bilico fino all’ultima giornata anche se il match contro i campioni d’Europa League in carica è stato gettato alle ortiche dalla Dea, sotto 3-0 ad inizio secondo tempo. Le reti di Malinovskyi e Zapata hanno illuso gli orobici, costretti a ripiegare in Europa League. 13 gol subiti in 6 partite sono decisamente troppi per ambire a restare tra le top 16 d’Europa ma Gasp non demorde e non vuole smettere di stupire. Le avversarie in Europa League sono avvisate: l’Atalanta non guarda in faccia a nessuno.



Milan


Inserito nel “girone della morte” con Liverpool, Atletico Madrid e Porto, il Milan ha terminato il girone in ultima posizione con 4 punti, venendo così eliminato da ogni competizione. 4 sconfitte (tutte di misura), un pareggio (con il Porto) e una vittoria (a Madrid con l’Atletico) per la squadra di Stefano Pioli che, per qualche minuto, si è trovato anche momentaneamente in seconda posizione e dunque virtualmente qualificato agli ottavi, prima che il Liverpool rimontasse con Salah e Origi e imponesse il KO ai rossoneri. Il Diavolo, in Europa, ha mostrato limiti e lacune, venendo così rimandato ad un altro appello. La Champions è sinonimo di episodi e, tra errori arbitrali evidenti e qualche passaggio a vuoto dei singoli (espulsione di Kessié con l’Atletico, errori di Tomori e Maignan con il Liverpool), il Milan ha mostrato di non essere ancora pronto per ambire ad una fase ad eliminazione diretta. I tifosi si augurano di ripercorre lo stesso cammino dell’Inter di Conte di un anno fa – fuori ai gironi di Champions, poi fu scudetto – ma, per farlo, occorre dimostrare di avere una tenuta mentale e fisica subito in campionato.



Napoli


La squadra di Luciano Spalletti ha ottenuto quello che desiderava, ossia il passaggio del turno, anche se all’ultima giornata. La vittoria per 3-2 al Maradona contro il Leicester è bastata per avere il secondo posto, anche se i tifosi hanno per un attimo sognato addirittura il primo: l’errore dal dischetto al 98′ di Pekhart (Legia Varsavia) ha permesso allo Spartak Mosca di vincere la partita e il girone, lasciando ai partenopei l’incombenza di un sedicesimo di finale che potrebbe opporre il Napoli ad avversarie ‘scese’ dalla Champions. Spalletti finora sta facendo un lavorone, considerando anche l’elevato numero di infortunati, molti illustri come Osimhen e Koulibaly, che però non hanno inficiato nelle prestazioni e nella voglia di ottenere il massimo. Il Napoli resta in Europa League e ambisce a fare ancora tanta strada, anche se il doppio impegno Serie A-Europa dovrà essere calibrato, considerando anche la Coppa d’Africa che priverà Spalletti di elementi come Koulibaly, Anguissa e Osimhen, a meno che gli infortuni impediscano ai CT di Senegal, Camerun e Nigeria la convocazione dei tre giocatori.



Lazio

Secondo posto nel girone anche per la Lazio di Maurizio Sarri che ha avuto chance di vincere il girone fino all’ultimo ma lo 0-0 dell’Olimpico contro il Galatasaray ha impedito l’aggancio e il sorpasso ai capitolini. La sconfitta dell’andata in Turchia, per via di una topica clamorosa del portiere Strakosha, ha di fatto compromesso una prima fase di campagna europea ben giocata dalla squadra di Sarri, capace di cogliere due vittorie e tre pareggi nelle altre cinque partite. Ai biancocelesti spetterà un sedicesimo di finale che potrebbe rivelare parecchie insidie ma l’obiettivo di passare il turno è stato centrato, relegando una squadra blasonata come il Marsiglia in Conference League. Sarri però deve trovare continuità in Serie A perché la bella vittoria di Genova contro la Sampdoria non basta a rientrare in corsa per l’Europa. I 25 punti attuali, a -13 dal Milan capolista, e le 5 sconfitte in 16 partite sono numeri al di sotto delle attese, anche se i capitolini sono all’inizio di un progetto dopo l’era Inzaghi.



Roma


José Mourinho come Max Allegri. O meglio, la Roma come la Juventus. I giallorossi, infatti, hanno vinto l’ultima sfida di Conference League (3-2 contro il CSKA a Sofia) grazie alla doppietta di Abraham e al gol di Mayoral, ricevendo un grande regalo da parte dello Zorya. Gli ucraini, difatti, hanno imposto il pareggio al Bodo-Glimt, permettendo il sorpasso ai giallorossi in classifica. La Roma chiude prima nel girone con 13 punti, uno in più del Bodo-Glimt che getta alle ortiche un vantaggio conquistato anche grazie al clamoroso 6-1 rifilato alla truppa di Mourinho in Norvegia. I capitolini possono essere soddisfatti per il risultato conseguito, tanto che saltano i sedicesimi di finale – eventualmente contro le terze dell’Europa League – e volano direttamente agli ottavi, ma è necessario un cambio di passo anche in Serie A. Mourinho, tra alti e bassi, sta dando un’impostazione diversa alla squadra rispetto alla precedente gestione Fonseca ma l’ambiente è ancora poco convinto dallo Special One, apparso demotivato e sovrappensiero contro l’Inter e con qualche dichiarazione – vedi frecciatina indiretta a Zaniolo dopo Bologna-Roma – che lascia aleggiare dubbi su una piazza che necessita di risposte concrete.


Il borsino delle italiane in Europa, finora, può dirsi soddisfacente: due su quattro hanno passato il turno in Champions, una è retrocessa in Europa League e una eliminata in un girone complicato. In Europa League, due su due hanno passato il turno (da seconde) così come la Roma in Conference League, ma da prima, con un pizzico di fortuna. Prima di recitare il de profundis per il calcio italiano c’è ancora tempo, anche se la strada verso la rinascita è ancora parecchio in salita.

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