Una serata a bersaglio per il Panathlon Club Milano

Mercoledì 30 giugno il Panathlon Club Milano è tornato a riunirsi per una nuova conviviale, la prima di persona dopo la lunga parentesi online dovuta al Covid. L’incontro, dal titolo “Tiro con l’arco: l’antica modernità”, si è tenuto presso lo Sporting Club di Milano 2 e ha avuto come protagonista il tiro con l’arco.


di Giorgio Ambrogi

La serata, condotta dal presidente del Panathlon Club Milano Filippo Grassia, si è aperta con un’esibizione degli atleti della Nazionale Olimpica e Paralimpica Alessandro Paoli ed Elisabetta Mijno che si sono sfidati due volte sul campo di tiro approntato per l’occasione dagli Arcieri Cologno Monzese in uno spazio messo a disposizione dallo Sporting Club Milano 2. Le mini sfide, entrambe vinte alla freccia di spareggio da Paoli, si sono svolte sotto lo sguardo attento di Mario Scarzella, presidente della Federazione Italiana Tiro con l’Arco. Dopo aver dato la possibilità a qualche socio del Club di provare qualche tiro, la serata si è spostata nei locali interni dove, a margine della cena, gli ospiti sono stati intervistati da Filippo Grassia e da Nino Oddo, panathleta milanese e figura storica del Tiro con l’arco.

“Uno sport per tutti – ha spiegato Oddo – perché può essere praticato a partire dai 9-10 anni fino a tarda età”. Uno sport in cui per raggiungere alti livelli più che il talento, come ha spiegato Paoli, “serve voglia di raggiungere un obiettivo e un modello. Il mio è Mauro Nespoli che mi ha aiutato tantissimo e che mi ha dato stimoli enormi vedendolo gareggiare”. Di Paoli ha parlato il presidente Scarzella che ha raccontato di come l’atleta, dopo i primi sei mesi di attività decise di fare del tiro con l’arco la sua vita. “Ha vinto tanto – ha aggiunto il Presidente – non è ancora arrivato alla vetta, ma ce la farà. Peccato perché a Parigi, in 5 minuti, lui e i suoi compagni si sono giocati la qualificazione olimpica, ma dopo le sconfitte si diventa più forti e fra 3 anni a Parigi ci saranno altre Olimpiadi”.


Alessandro Paoli ed Elisabetta Mijno si sfidano allo Sporting Club di Milano 2

Chi a Tokyo ci sarà, invece, è la campionessa paralimpica Elisabetta Mijno, su una carrozzina dall’età di 5 anni e capace di far convivere la sua passione sportiva con il mestiere di medico chirurgo al CTO di Torino e che ha spiegato come fa a conciliare le due cose. “Non è stata una scelta facile – ha raccontato – ma mi sono adattata. Il tiro è diventato subito una passione e io ho la fortuna e il vantaggio di aver bisogno di meno allenamenti per arrivare in forma”. Anche su di lei il presidente Scarzella ha voluto regalare qualche riflessione. “E’ una ragazza strepitosa. Non le auguro l’oro, ma di divertirsi e vincere. Ha già dimostrato che è la più forte al mondo della sua categoria solo se tira divertendosi. Lavora per l’oro olimpico da 14 anni con la stessa grinta che ha dimostrato nella vita”.

Per quel che riguarda la spedizione olimpica che prevede un solo uomo e tre donne, Scarzella si è lanciato in una previsione. “Ci saranno 5 medaglie a disposizione e noi possiamo competere per 4 di queste. Sono sicuro che anche alle Paralimpiadi arriveranno delle medaglie, perché noi siamo una Federazione che non si limita a voler partecipare”.

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